Le ferie sono davvero alle porte, ma capire come maturano, come conteggiarle e come gestirle al meglio non è poi così semplice; ecco quindi un piccolo vademecum per orientarsi meglio nella loro organizzazione.
Le ferie: un diritto irrinunciabile
Le ferie sono periodi di riposo retribuito, fondamentali per recuperare le energie psicofisiche del lavoratore e per dedicare il tempo libero alla famiglia, allo svago e alla socialità.
L’articolo 36, comma 3 della Costituzione afferma che il lavoratore subordinato non può rinunciare al periodo di ferie a lui spettante.
Inoltre, il diritto alle ferie è anche nell’interesse del datore di lavoro, dal momento che il recupero delle energie psicofisiche del lavoratore ne preserva la produttività.
Quali sono le caratteristiche delle ferie?
- Il periodo minimo inderogabile di ferie spettanti al lavoratore è di 4 settimane di cui: 2 settimane devono essere godute nel corso dell’anno di maturazione, mentre le restanti due si devono utilizzare nei 18 mesi successivi all’anno di maturazione;
- le ferie si determinano in base alla contrattazione collettiva;
- è vietato monetizzare le ferie attraverso un’indennità sostitutiva, eccetto in caso di cessazione del rapporto di lavoro;
- ferie e permessi non possono sovrapporsi, non incidono le une sugli altri e si possono alternare solo di mese in mese.
Come maturano?
La quantità di ferie maturabili è stabilita dai contratti collettivi, generalmente con riferimento al periodo legale di un’annualità. Quindi, il lavoratore acquisisce, per ogni mese di servizio, il diritto a 1/12 delle ferie annuali spettanti, che maturano anche in concomitanza con la maggior parte delle assenze tutelate/retribuite.
La maturazione delle ferie si interrompe se il lavoratore è assente per:
- congedo parentale (maternità facoltativa),
- riposi giornalieri (allattamento),
- malattia dei figli,
- svolgimento di funzioni pubbliche (come ad esempio le cariche sindacali),
- permessi e aspettative non retribuiti.
Invece, le ferie maturano regolarmente durante:
- maternità obbligatoria,
- infortunio sul lavoro,
- congedo matrimoniale,
- partecipazione ai seggi elettorali e altri permessi retribuiti,
- malattia.
Cosa succede in caso di malattia durante le ferie?
La malattia insorta durante le ferie ne sospende il godimento, a condizione che sia però prontamente comunicata al datore di lavoro. Anche se ci si ammala prima delle delle ferie programmate, le ferie andranno sospese e fruite in un secondo momento.
Come si calcolano?
Una delle variabili principali per capire come calcolare le ferie è il tipo di contratto, full time o part time (che può essere orizzontale o verticale).
In breve il contratto full time prevede 40 ore di lavoro settimanali (in genere 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana); mentre il contratto part time è caratterizzato da una riduzione del numero di ore di lavoro giornaliere rispetto a quelle previste nel contratto full-time. Un dipendente con part time orizzontale lavora 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana a 20 ore settimanali; un dipendente con part time verticale potrebbe lavorare, ad esempio, 8 ore al giorno, 5 giorni a settimana, da gennaio a ottobre.
Dunque, ai lavoratori con part time orizzontale spetta lo stesso numero di giorni di ferie dei colleghi full time, a differenza dei lavoratori con part time verticale per cui la situazione cambia completamente; infatti per loro le ferie devono essere proporzionate ai mesi in cui il dipendente ha lavorato.
In caso di part time misto, che combina le modalità di lavoro del part time orizzontale e verticale (il lavoratore potrebbe lavorare a tempo pieno in alcuni giorni e in orario ridotto in altri), bisogna considerare le ferie in ore e non in giorni.
Per i datori di lavoro, in particolare, è molto importante monitorare le ferie residue dei dipendenti in quanto potrebbero diventare troppo poche per coprire le assenze, oppure potrebbero accumularsi, ed in questo caso devono essere smaltite entro i limiti previsti dalla legge, per non incorrere in sanzioni amministrative.
Quando andare in ferie?
È il datore di lavoro a decidere, in ultima istanza, quando i lavoratori potranno andare in ferie; anche se questa decisione deve necessariamente essere il frutto di una mediazione tra le esigenze dell’azienda e l’interesse del lavoratore. Anche per questo motivo, solitamente si ricorre al cosiddetto piano ferie, che va redatto, ed eventualmente modificato, con largo anticipo (alcuni contratti collettivi fissano termini temporali precisi per la redazione del piano). Il piano ferie, infine, può essere elaborato su base collettiva, in caso di chiusura di un intero reparto o di tutta l’azienda, o su base individuale.
E se le ferie maturate non sono sufficienti a coprire la chiusura?
Se il datore di lavoro ha appena assunto dei dipendenti che quindi non hanno avuto il tempo di maturare le ferie necessarie a coprire la chiusura dell’azienda, si può procedere pagando solo i giorni di ferie effettivamente accumulati. Un’alternativa consiste nel pagare anche i giorni eccedenti che vanno però considerati un’anticipazione delle ferie che matureranno in seguito. In questo caso, nella busta paga appariranno dei giorni di ferie in negativo.
Violazione del diritto alle ferie
Posto che il lavoratore non può rifiutarsi di andare in ferie, al datore di lavoro che non preveda il dovuto periodo di riposo per i dipendenti saranno somministrate sanzioni amministrative da 120 a 5400 €, in base al numero di lavoratori coinvolti e alle annualità interessate dall’irregolarità. Inoltre, il mancato godimento delle ferie nei 18 mesi successivi all’anno di maturazione determina anche l’insorgere dell’obbligazione contributiva rispetto alle ferie non godute.
Il lavoratore, dal canto suo, può pretendere il godimento tardivo delle ferie, oppure procedere ad un’azione risarcitoria per danno esistenziale o biologico.
Questi sono i punti principali da tenere a mente in materia di ferie, in particolare, è fondamentale ricordare che una tempestiva pianificazione è la chiave per evitare imprevisti e brutte sorprese a ridosso delle chiusure.
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